Capitale delle culture, crocevia del Mediterraneo, ponte tra mondi distanti, così abbiamo sempre immaginato la nostra città.
Oggi purtroppo la realtà è molto diversa, Palermo è capoluogo di un avamposto di frontiera, periferia della periferia di un’Europa sempre più fortezza, una città che porta addosso le ferite dell’emigrazione vissuta come un’emergenza, stretta fra le scorie di decenni di malgoverno e il controllo mafioso del territorio.
In questi anni però c’è chi ha resistito; l’esperienza del Palermo Pride, decine di esperienze civiche di lotta alla mafia e di solidarietà sociale ci hanno mostrato che quelle catene possono essere distrutte, le associazioni che nei quartieri più in difficoltà lavorano affinché nessuno sia mai lasciato indietro, le decine di persone che danno corpo a storie di accoglienza che leniscono la vergogna delle troppe anime perse nel mare nostro, le centinaia di studenti che si agitano, si organizzano e studiano.
Da queste storie di cambiamento, dalla voglia di resistere e costruire nel profondo sud d’Europa, dalla necessità di non rassegnarsi all’isolamento nasce il Circolo Arci “Porco Rosso”, uno spazio che ambisce a essere laboratorio aperto di analisi sulle condizioni della nostra città, in cui le opinioni di coloro che condividono i valori su cui si fonda la rete Arci possano trovare cittadinanza, contaminarsi, essere diffuse.
Pensiamo sia il momento di trovare linguaggi nuovi, che contrastino la superficialità imperante che ha reso la discussione politica un affare in cui la strategia e la comunicazione diventano non un mezzo ma un fine. Un contesto che ha inquinato i pozzi e rischia di allontanare un’intera generazione dal dibattito politico. L’unico modo per liberarci è contaminarci, uscire da schemi predeterminati che dividono e portano all’autoreferenzialità.
Vogliamo rimettere in gioco le idee di tanti che, decidendo di non diventare tifosi delle tante piccole conventicole di potere cittadine, non hanno ancora perso le speranze di riprendere in mano il proprio destino dando il proprio contributo alla crescita della comunità. Lo vogliamo fare non solo con chi sta a Palermo ma lavorando insieme anche ai tanti che da Palermo sono dovuti andare via. Consapevoli però che il problema non è, come spesso descritto, il semplice fatto che dal Sud si viaggi e si progetti la propria vita altrove ma l’assenza di libertà dietro queste scelte. Un problema che, specularmente, si riflette nell’assenza di reciprocità, nel fatto che oggi la nostra città non è attrattiva per chi palermitano non è.