Il Circolo ARCI “Le Nuvole” di Gela, nato nel 1995, è un’Associazione di Promozione Sociale che opera nel territorio di Gela per promuovere nuove forme di aggregazione tra le persone con l’obiettivo di favorire la partecipazione attiva dei cittadini, senza alcuna distinzione, alla vita della comunità.
Grazie al progetto di housing temporaneo avviato prima della pandemia, il Circolo ha avuto la possibilità di ospitare Austin, fuggito dalla Nigeria a causa delle persecuzioni religiose.
Austin è un ragazzo di 31 anni, da sette vive in Italia, in Sicilia. Laureato in Scienze Politiche, in Nigeria lavorava nel campo della produzione di ceramiche. In Nigeria ha lasciato una moglie e due figli, di dieci e otto anni, che non abbraccia da quando si è messo in viaggio per raggiungere l’Italia.
Austin: “La persecuzione dei cristiani in Nigeria mi ha costretto ad andare via, lasciare la mia famiglia, il mio lavoro la mia terra. Sono andato via per trovare il modo di vivere una vita normale assieme alla mia famiglia.
Dalla Libia sono sbarcato a Pozzallo in poche ore di viaggio a bordo di una barca. Appena sbarcati, assieme al resto del gruppo di migranti, mi hanno trasferito a Comiso per la prima accoglienza. Eravamo stanchi, impauriti. Non sapevo cosa mi aspettava ma conoscevo benissimo la realtà, crudele, che avevo lasciato in Nigeria.
Dopo qualche mese mi hanno inserito in una azienda casearia di Ragusa. Mi trovavo bene, lavoravo ed ero soddisfatto. Al termine del tirocinio, però non mi è stato rinnovato il contratto e mi sono rimesso alla ricerca di un posto di lavoro, anche precario. Sono arrivato a Gela attraverso alcuni connazionali che lavorano nell’agricoltura. Ho lavorato nelle serre, nelle coltivazioni a campo aperto, ovunque vi fosse stata la possibilità di guadagnare qualcosa. Esaurito il lavoro in campagna ho trovato un impiego temporaneo in una lavanderia industriale”.
Poi, per Austin, è arrivata la svolta: ha conosciuto gli operatori di ARCI Le Nuvole e il progetto Open Housing. Il giovane nigeriano è stato inserito nel programma di housing e inclusione sociale frequentando tirocini formativi e corsi di lingua italiana.
“Il mio obiettivo è quello di portare in Italia la mia famiglia, ho seguito tutte le indicazioni e le tappe del programma di inserimento sociale indicate dagli operatori ARCI. Grazie a loro adesso lavoro in un’azienda edile con contratto a tempo indeterminato. Mi trovo benissimo, sono coccolato dai miei colleghi di lavoro. Non potevo sperare in meglio. Con il primo CUD potrò avviare le pratiche per il ricongiungimento e potrò finalmente riabbracciare la mia famiglia che non vedo da sette anni. Sarà fantastico. Anche mia moglie e i miei figli impareranno l’italiano, dovranno integrarsi e sentirsi parte di questa comunità che mi ha accolto con tanta generosità”.