Il viaggio di B.

Arci Pescara, Accoglienti per Natura

Il viaggio di B.

Quando mi è stato proposto di partire ero ancora una ragazzina. Paura mista ad adrenalina, il cuore batteva forte. L’Africa mi stava stretta. La mia famiglia era molto povera, ogni giorno per mangiare dovevamo fare i salti mortali. Sapevo che la mia vita sarebbe cambiata, speravo che la mia vita cambiasse. Sognavo di andar via ogni notte, sognavo un mondo dove poter essere libera di vivere la mia vita, e soprattutto sognavo un mondo dove poter studiare tanto e fare carriera. E così, un giorno, mentre girovagavo per il mercato della mia città, fui avvicinata da una signora che mi propose di partire con lei. Questa signora mi disse che mi avrebbe portata in Europa, che mi avrebbe protetta e che avrebbe pagato lei il mio viaggio. E così, una calda notte d’estate, abbandonai la mia Africa per rincorrere i miei sogni.

Mi chiamo B., ho 20 anni e vivo in Italia da 5 anni. Non immaginavo che il mio viaggio sarebbe stato così traumatico. Non immaginavo che mi sarebbero accadute cose mostruose. Quando la signora conosciuta al mercato venne a prendermi, scoprii che insieme a me c’erano tante altre persone, tutti accalcati in un pick-up, diretti verso la Libia.

Da quel momento, l’inferno. Violenze, botte, prigionia, fame e sete. Mentre ero imprigionata in Libia scoprii che per poter partire servivano molti soldi, e io non ne avevo. La mia famiglia non ne aveva. Così accettai di partire e ripagare il mio viaggio una volta arrivata in Italia. Mi fu consegnato un cellulare per potermi contattare una volta terminato il viaggio. Salimmo su un gommone in 40 persone, compresi bambini. Lo spazio era davvero limitato, il sole scottava, l’acqua e il cibo scarseggiavano. Il viaggio in mare durò tre giorni. Tre lunghissimi giorni senza dormire, senza mangiare e bevendo acqua salata. L’acqua potabile la lasciammo ai bambini, loro erano così piccoli che molto probabilmente senza acqua non ce l’avrebbero fatta a sopravvivere. E così, arrivammo in Italia, stanchi, stremati e zuppi d’acqua, ma la voglia di un futuro migliore era talmente tanta, che riuscivo a pensare solo a cosa mi sarebbe successo da quel momento in poi.

Essendo nel 2017 ancora minorenne, fui inserita in un progetto MSNA a Sulmona, in provincia de L’Aquila, dove iniziai a studiare la lingua italiana e, successivamente, intrapresi un percorso di studi per ottenere un diploma di scuola superiore.
Una volta compiuti i 18 anni, e ottenuta la protezione internazionale, fui trasferita nella città di Montesilvano, in provincia di Pescara, e inserita nel progetto SAI. È lì che ho conosciuto le operatrici di Arci Pescara e il progetto Fra Noi 2. Grazie a questo progetto, ho avuto l’opportunità di essere accolta presso una famiglia di mia conoscenza che vive vicino Pescara.

Grazie all’accoglienza in famiglia, sono riuscita a proseguire con gli studi e ad essere supportata e aiutata nel quotidiano.  Se non avessi avuto questa opportunità, probabilmente non avrei potuto terminare il liceo, e di conseguenza, realizzare il sogno di prendere un diploma.

Ed eccomi qua, oggi mi sento finalmente felice, ho ritrovato la serenità che avevo perduto da tempo, e l’amore che questa famiglia italiana sa donarmi.

 

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